Morbo di Parkinson, vitamina B12 e alimentazione

Dott. Biagio Tinghino –

Antonio mi scrive chiedendomi notizie sull’uso della vitamina B12 nella cura del Parkinson. Sarà utile fare una breve premessa su questa malattia, che si origina dalla degenerazione di alcuni gruppetti di cellule del cervello. Nello specifico, di quelle collocate nella cosiddetta substantia nigra e che producono dopamina. La malattia diventa sempre più frequente con l’età e le cause sono poco conosciute, anche se si sa che alcuni fattori possono predisporre: la familiarità, l’avere vissuto in aree rurali, l’avere assunto acque non potabilizzate (es. di pozzo) ricche di sostanze dannose, l’attività professionale (contadini esposti ai pesticidi e ad altre sostanze chimiche), una elevata introduzione di metalli pesanti.

Si tratta di una degenerazione cellulare rarissima prima dei 40 anni, ma che diventa più frequente con l’età, fino ad arrivare ad 1 caso su 100 dopo i 60-70 anni.

I sintomi sono caratterizzati dal tremore, ma anche da altri problemi, come la difficoltà a camminare e poi – progressivamente – anche a deglutire, coordinare i movimenti più fini, depressione, disturbi del linguaggio,demenza, disturbi gastroenterici ecc.

Dagli studi che io conosco non emergono effetti certi e benefici della vitamina B12 sul morbo di Parkinson, che invece potrebbe avere effetti preventivi. Nelle ricerche sulla popolazione tedesca si è visto che chi assumeva più vitamine B6, B9 e B12 aveva meno probabilità di ammalarsi. Ma nel Rotterdam Study questa correlazione non è stata trovata. Per inciso, la stessa cosa vale del rapporto tra B12 e demenza e morbo di Alzheimer. Può esserci un effetto preventivo (soprattutto per i pazienti che soffrono di elevati livelli di omocisteina nel sangue), ma non ci sono conferme dell’effetto terapeutico.

La questione dell’iper-omocisteinemia (livelli elevati di omocisteina nel sangue) è importante, perché si tratta di un fattore di rischio per malattie cardiovascolari. L’omocisteina danneggia anche le cellule che producono dopamina nel cervello e questa cosa sicuramente favorisce la malattia di Parkinson. Ora, poiché è risaputo che la vitamina B12 aiuta a riequilibrare i livelli di omocisteina, si è ritenuto che avesse di conseguenza la capacità di prevenire la morte cellulare. Questi benefici, però, sono evidenti  nei pazienti con Parkinson ed omocisteina alta, soprattutto se questi valori sono alterati dall’assunzione di levodopa.

I maggiori benefici della B12 sono quindi costituiti (eventualmente) nel correggere un problema prodotto dalla classica cura del Parkinson. Un consiglio che ne deriva è di misurare ogni tanto i valori i omocisteina nel sangue e di parlarne col neurologo.

Se parliamo di prevenzione, sappiamo per certo che una sana alimentazione può ridurre il rischio di morbo di questa malattia. Risulta protettiva una dieta con adeguati livelli di vitamina E, antiossidanti, flavonoidi, betacarotene, acidi grassi polinsaturi, vitamina D, omega-3.  In alcune ricerche sembra evidenziarsi un effetto preventivo della soia (flavonoidi, genisteina) e del caffè.   La vitamina C, invece, non riesce ad intervenire sulle cellule cerebrali perché non arriva fin lì (non passa la barriera ematoencefalica). Dubbi esistono sulla correlazione tra esagerata assunzione di metalli pesanti (es. ferro) e Parkinson. Sembra che solo in caso di particolare esposizione ambientale (es. minatori) o predisposizione genetica questo fattore possa risultare rilevante.

La dieta, quindi, deve essere ricca di frutta e verdura, cereali integrali, noci, nocciole e mandorle, arricchita con uno-due cucchiaini di olio di lino. Utile il germe di grano, il consumo di soia in tutte le sue forme. Sebbene non si possa dimostrare un effetto terapeutico, è utile (soprattutto per vegani e vegetariani) l’assunzione di adeguate quantità di vitamina B12, all’interno delle razioni giornaliere consigliate.

La fitoterapia ha a disposizione alcune armi, come gli estratti di Mucuna pruriens, ricchi di L-DOPA, ma occorre qui ricordare che la scelta di affiancare i trattamenti usuali con altri o gestirli diversamente va presa solamente col supporto del medico esperto.

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salute vegetariana

L'autore del blog è Biagio Tinghino, medico esperto in nutrizione, egli stesso vegetariano, specializzato in gastroenterologia ed endoscopia digestiva, specialista in malattie infettive, erborista diplomato all'Università di Urbino. Da anni Biagio Tinghino si occupa di alimentazione, sani stili di vita e dipendenze. Dal 2008 è presidente della Società Italiana di Tabaccologia, società scientifica per la ricerca e la formazione sul tabagismo. Ha al suo attivo docenze presso l'Università di Milano Bicocca, l'Università di Verona e la Shepherd University. E' autore di pubblicazioni scientifiche e numerosi libri di natura divulgativa, tra cui ricordiamo "Prevenzione è vita"(1991), "Dal cibo alla Salute" (2001), "Las plantas medicinales" (in lingua spagnola, 2006), "Stili di vita e tabagismo. Strumenti di counseling per motivare al cambiamento" (2012), "Tabagismo. Modelli e guida alla conduzione di gruppi" (2013). Attualmente dirige un servizio per le dipendenze in una struttura pubblica della Lombardia.

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