Dott. Biagio Tinghino-
Lo studio NutriNet Santé ha condotto una indagine, su base volontaria, sul consumo alimentare delle popolazioni vegetariane francesi (N = 1766 soggetti, di cui 188 vegani) da 18 a 81 anni (18-77 anni per i vegan). Approfittando della disponibilità di dati sulla contaminazione degli alimenti, generati nel contesto del secondo studio francese sulla dieta in generale, sono state stimate le esposizioni delle popolazioni vegetariane francesi ai vari contaminanti.
E’ andata bene rispetto a diversi inquinanti organici persistenti, nel senso che vegetariani e vegani ne assumevano molto meno degli altri. Si tratta dei PCB (policlorobifenili) delle diossine PCDD (policlorodibenzodiossine) e composti simili. Il motivo è legato al fatto che queste sostanze sono più alte nelle carni e nel cibo di derivazione animale.
E’ andata peggio, invece, per altre sostanze. I vegani assumono più fitoestrogeni (ma non è detto che ciò sia da considerare negativo), micotossine T2 e HT2 (questo sì che non va bene). Più elevate erano anche le assunzioni di metalli come per esempio l’alluminio, il cadmio, lo stagno e il nichel.
Questo studio, secondo gli autori, ha dimostrato che le abitudini alimentari possono influenzare drasticamente l’esposizione ad alcuni contaminanti.
Riferimenti bibliografici
Food Chem Toxicol. 2017 Jul 25. pii: S0278-6915(17)30430-1. doi: 10.1016/j.fct.2017.07.048. [Epub ahead of print] Exposure to contaminants and nutritional intakes in a French vegetarian population. Fleury S, Rivière G, Allès B, Kesse-Guyot E, Méjean C, Hercberg S, Touvier M, Bemrah N.